Sisma: sì dell’Ue al 95% di contributo Fesr per la ricostruzione.

Il 13 giugno la sessione plenaria del Parlamento Europeo ha dato il via libera definitivo all’accordo raggiunto a fine maggio tra Stati membri e Parlamento Ue sull’utilizzo dei fondi europei al 95% per le opere di ricostruzione post-disastri naturali, come terremoti e alluvioni. La modifica al regolamento è stata approvata con 625 voti a favore, 5 contrari e 28 astensioni. Il testo entrerà in vigore dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ue.

Il nuovo regolamento modifica quello sulla politica di coesione 2014-2020, introducendo un asse separato e prioritario per le operazioni di ricostruzione, con un finanziamento fino al 95% supportato dal Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr).

Una misura che interessa in prima battuta l’Italia colpita dai terremoti tra agosto e ottobre. Il regolamento si applicherà in maniera retroattiva dal 1° gennaio 2014.
Il compromesso raggiunto a fine maggio aveva superato lo stallo cui si era giunti dopo la richiesta di fissare la soglia al 90% avanzata dalla Germania appoggiata da Olanda, Regno Unito, Austria, Svezia, Danimarca e Finlandia. La Commissione Ue aveva proposto inizialmente l’uso del 100% dei fondi Fesr senza una quota di cofinanziamento da parte dei Paesi. Gli eurodeputati hanno spinto per introdurre un tetto massimo del 5% a quanto può essere prelevato dalla quota Fesr di uno Stato membro per il periodo 2014-2020.

Con il via libera definitivo del Parlamento europeo all’utilizzo dei fondi europei al 95% per le opere di ricostruzione post-terremoto “ci sarà più di 1 miliardo di euro disponibile per questo”, ha detto il presidente dell’eurocamera Antonio Tajani sottolineando “il lavoro che il Parlamento sta facendo per difendere gli interessi di questi cittadini italiani e europei”.

Il testo di modifica al regolamento sarà firmato il 5 luglio, il 25 pubblicato in Gazzetta e il denaro potrà essere utilizzato da agosto.

A questo denaro, già stanziato nel bilancio 2014-2020 ma che non avrebbe potuto essere impiegato per la ricostruzione senza il voto del Parlamento, si aggiungono, spiega Tajani, circa 1,3 miliardi del Fondo europeo di solidarietà che potranno essere impiegati a favore delle zone colpite. “In totale – riassume Tajani – siamo oltre i 2 miliardi di fondi europei che potranno essere utilizzati, una buona notizia per l’Italia”.