Autoimpiego e Zone Economiche Speciali per sostenere il SUD (Abruzzo compreso)

Il Governo ha studiato un pacchetto di  nuovi incentivi per sviluppare economia ed occupazione nel Sud Italia (Abruzzo compreso):

1) incentivi per favorire le attività  imprenditoriali dei giovani che decidono di non abbandonare il Mezzogiorno: destinata ai giovani tra i 18 e i 35 anni residenti in Abruzzo, Molise, Sardegna, Basilicata, Puglia, Campania, Calabria, Sicilia che creano società , imprese individuali e cooperative con sede legale o operativa in una delle 8 regioni.
Secondo l’ipotesi allo studio, i beneficiari non devono aver ricevuto negli ultimi tre anni benefici relativi all’autoimprenditorialità  e non devono avere contratti di lavoro a tempo indeterminato. La domanda di accesso al finanziamento dovrà  essere presentata in via telematica e il soggetto gestore avrà  60 giorni per valutare il progetto. L’agevolazione, da concedere secondo il regime de minimis, consiste in un finanziamento del progetto presentato fino a 40mila euro di cui il 30% a fondo perduto e il restante 70% da rimborsare in otto anni a tasso zero. Se l’istanza è presentata da più soggetti che hanno creato una società, il finanziamento è di 40mila euro a socio fino a un massimo di 200mila euro a società. Possono essere finanziate tutte le attività  ad esclusione di quelle professionali e del commercio.
2) zone economiche speciali (ZES).  Gli incentivi allo studio non sarebbero di natura fiscale, ma di tipo economico, finanziario ed amministrativo: una sorta di sburocratizzazione delle procedure per attrarre investimenti in alcune aree circoscritte che saranno poi definite da un Dpcm (decreto presidenza del Consiglio) su proposta del ministro per il Mezzogiorno e sentiti il ministro dell’Economia e le Regioni interessate. Si punta a facilitare investimenti incrementali presentati da imprese che già  operano o sono di nuova costituzione nella Zes. Le regioni ammissibili per le Zes sarebbero Campania, Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia. La relazione tecnica del Dl stima – in base alle risorse stanziate – la creazione di cinque Zes in altrettante Regioni del Sud (si parte con Gioia Tauro e Napoli-Salerno). In particolare per chi investe in queste zone sarà potenziato il credito d’imposta al Sud: oltre agli investimenti delle Pmi, saranno eleggibili quelli fino a 50 milioni di euro in modo da attrarre i grandi player.
Lo strumento delle Zone Economiche Speciali (ZES) potrebbe essere utile, e se n’è parlato più volte nei mesi scorsi, anche per rilanciare l’economia nelle aree colpite dal sisma 2016/17.
LE ZONE ECONOMICHE SPECIALI NEL MONDO, IN EUROPA ED IN POLONIA
Le Zone economiche speciali (Zes) hanno l’obiettivo di attrarre investimenti esteri o extra-regionali, attraverso incentivi, agevolazioni fiscali, deroghe normative ecc.
Nel mondo si contano circa 2.700 Zes, in Cina e a Dubai gli esempi più noti.
In Europa sono circa una settantina, 14 delle quali istituite in Polonia.
In Polonia esistono 14 zone economiche speciali istituite con la legge del 20 ottobre 1994 con successive modifiche con sgravi fiscali per le nuove imprese. Sono delle aree non abitate, circoscritte del territorio polacco, destinate all’esercizio delle attività  economiche a condizioni speciali. Gli imprenditori che vi insediano l’attività  possono beneficiare di aiuti pubblici.
Considerando il grande interesse degli investitori nei confronti di ZES il governo polacco ha deciso di prolungare il loro funzionamento fino al 2026.  La gestione di ogni ZES è affidata a delle società  di gestione stabilite nel relativo decreto. L’obiettivo è quello di accelerare lo sviluppo economico del territorio soprattutto attraverso l’insediamento di specifici comparti di attività  economica, l’adozione di nuove soluzioni tecnologiche, il miglioramento della competitività  e la creazione dei nuovi posti di lavoro. Livello delle detrazioni previste varia dal 30% al 50% del valore del investimento.

Si riporta di seguito anche uno stralcio del Comunicato Stampa del Governo sul Consiglio dei Ministri del 9 giugno 2017 col quale è stato approvato il testo definitivo del Decreto Legge (in attesa della pubblicazione su GURI).

 

INTERVENTI URGENTI PER LA CRESCITA DEL MEZZOGIORNO

Disposizioni urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno (decreto legge)

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Paolo Gentiloni e del Ministro per la coesione territoriale e il Mezzogiorno Claudio De Vincenti, ha approvato un decreto legge che introduce disposizioni urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno.

Il decreto, che fa seguito a quello dello scorso dicembre (D.L. 243/16) con il quale sono stati aumentati gli incentivi agli investimenti industriali, prosegue lo sforzo del Governo di attivare interventi di aiuto ad alta intensità al Mezzogiorno. In particolare, il nuovo provvedimento mira a incentivare, anche con significative risorse aggiuntive, la nuova imprenditorialità, prevede una specifica disciplina per la istituzione di zone economiche speciali (ZES), con particolare riferimento alle aree portuali, nonché una serie di misure di semplificazione e per la velocizzazione degli investimenti, pubblici e privati, nel Mezzogiorno.

Attraverso la misura “Resto al sud” si offre un forte sostegno alla nuova imprenditorialità, prevedendo, per i giovani meridionali che non dispongano di mezzi propri per avviare un’attività propria – nell’ambito della produzione di beni nei settori dell’agricoltura, dell’artigianato e dell’industria ovvero relativa alla fornitura di servizi – una dotazione di 40.000 euro, di cui il 35% a fondo perduto, a copertura dell’intero investimento e del capitale circolante. Sono escluse le spese per progettazione e quelle per personale, al fine di evitare di alimentare mercati delle consulenze e comportamenti opportunistici, mentre è prevista la possibilità di azioni di accompagnamento nelle fasi di sviluppo del progetto imprenditoriale da parte di enti pubblici e non, opportunamente accreditati. Il finanziamento residuale, rispetto alla quota di contributo a fondo perduto, sarà a tasso zero ed erogato tramite il sistema bancario, con il beneficio della garanzia pubblica, attraverso apposita sezione del Fondo di Garanzia per le PMI. La dimensione del finanziamento globale della misura assicurerà che la stessa non si esaurisca in tempi brevi al fine di fornire uno stimolo  all’economia meridionale nei prossimi anni. Sono inoltre previste ulteriori misure per sostenere l’imprenditoria giovanile nel settore agricolo in ragione delle sue specificità.

Ulteriore misura di rilievo strategico è quella che istituisce e regolamenta le ZES. Esse saranno concentrate nelle aree portuali e nelle aree ad esse economicamente collegate. Lo scopo è di sperimentare nuove forme di governo economico di aree concentrate, nelle quali le procedure amministrative e le procedure di accesso alle infrastrutture per le imprese, che operano o che si insedieranno all’interno delle aree, siano coordinate da un soggetto gestore in rappresentanza dell’ Amministrazione centrale, della Regione interessata e della relativa Autorità portuale, al fine di consentire una progettualità integrata di sviluppo della ZES, con l’obiettivo di rilanciare la competitività dei porti delle regioni meridionali. Allo stesso scopo, le ZES saranno dotate di agevolazioni fiscali aggiuntive, rispetto al regime ordinario del credito d’imposta al sud. In particolare, oltre agli investimenti delle PMI, saranno eleggibili per il credito d’imposta investimenti fino a 50 milioni di euro, di dimensioni sufficienti ad attrarre player internazionali di grandi dimensioni e di strategica importanza per il trasporto marittimo e la movimentazione delle merci nei porti del Mezzogiorno. Le ZES saranno attivate su richiesta delle regioni meridionali interessate, previo adeguato progetto di sviluppo, e queste ultime saranno pienamente coinvolte nel loro processo di istituzione e nella loro governance.

Il decreto prevede, inoltre, strumenti di velocizzazione degli investimenti pubblici e privati, la semplificazione delle procedure adottate per la realizzazione degli interventi dei Patti per lo sviluppo nelle regioni del Mezzogiorno, accelerando i tempi e riducendo gli oneri a carico delle Amministrazioni centrali. Con una specifica  misura di valorizzazione dei Contratti Istituzionali di sviluppo si rende invece possibile l’utilizzo di questa forma di gestione dell’attuazione degli interventi di notevole complessità nei programmi operativi, finanziati con risorse nazionali e comunitarie, che ha dato buoni frutti nelle esperienze già attive.